Una, tante Berlino. Dall’atmosfera sospesa della museuminsel alla simbolica Porta di Brandeburgo

Scritto da: Adriana De Nichilo

Viaggiando possiamo scoprire molto su noi stessi e sulla percezione che abbiamo delle cose che ci circondano. Alcuni di noi sono colpiti dalle similitudini rispetto al luogo di origine, altri sono affascinati dalle differenze. A volte semplicemente ci lasciamo avvolgere dall’atmosfera che pervade gli spazi e rimaniamo sorpresi di trovarci a nostro agio in un determinato luogo, come se ci appartenesse da sempre. Ho avuto modo di sperimentare queste sensazioni l’estate scorsa durante una breve visita a Berlino.

La capitale della Germania colpisce per la sua eterogeneità, dovuta in gran parte agli eventi storici che l’hanno segnata. La varietà di scorci e di spazi urbani è notevole ma di rado il passaggio da un quartiere all’altro risulta stonato. Al contrario si avverte una certa armonia tra le emergenze della città che, proprio in virtù della loro collocazione, acquisiscono un significato simbolico.

Vista del Bode Museum dall’Ebertbrücke sul fiume Sprea. Sul fondo la torre della televisione che, con i suoi 368m di altezza, domina tutta la città

Il tour è partito dal quartiere centrale di Berlino, il Mitte e in particolare dall’isola dei musei, dichiarata patrimonio UNESCO dal 1999. Quest’area della città ospita alcuni tra i più importanti musei di Berlino: il Bode Museum, il Pergamon Museum, il Neues Museum, l’Altes Museum e l’Alte Nationalgalerie.

L’intera area museale, a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e del degrado degli anni successivi, è stata oggetto di un attento restauro affidato ad alcuni tra i più prestigiosi studi di architettura a livello mondiale. Uno degli ultimi interventi realizzati per l’area situata ad Ovest del Neues Museum è la James Simon Galerie, a firma dello studio di architettura David Chipperfield.

La galleria è costituita da diversi volumi che, armonicamente articolati, fungono allo stesso tempo da accesso e da elemento di cerniera per l’intero lotto. Nonostante l’intervento sia dichiaratamente contemporaneo, la scelta del conglomerato in pietra riflette l’idea di voler recuperare la materialità del luogo.

I lavori iniziati nel 1999 hanno subito forti ritardi e si sono conclusi solo nel 2019 a causa della natura poco resistente del terreno e delle difficoltà incontrate nella realizzazione delle fondazioni. Avendo visitato l’area dopo l’inaugurazione, avvenuta il 13 Luglio 2019, mi è stato possibile apprezzare dall’esterno l’intero complesso museale senza impalcature o barriere.

David Chipperfield Architects, James-Simon-Galerie, Museum Island Berlin, 1999–2018

Superata la moderna galleria accediamo al kolonnaden costruito su progetto dell’architetto Friedrich August Stüler tra il 1853 e il 1878 e restaurato assieme al Neues Museum dallo studio di David Chipperfield in collaborazione con l’architetto Julian Harrap.

Le superfici danneggiate dalla guerra e dal degrado sono state accuratamente ripulite ma volutamente lasciate a vista. Per ripristinare le parti mancanti si è scelto di utilizzare perlopiù materiali recuperati che si accordassero il più possibile all’esistente per colori e tessiture. L’intervento risulta nel suo insieme sobrio e poco appariscente, mettendo a nudo il passato senza la pretesa di giudicarlo.

Vista sul colonnato ricostruito, progetto originario di Friedrich August Stüler

Verso destra si accede al Lustgarten (giardino dei divertimenti). Fu fatto costruire nel 1573 per fini ludici ma, data la sua estensione, venne utilizzato successivamente anche per parate militari. A confine con questo ampio spazio aperto troviamo l’Altes Museum, progettato dall’architetto Karl Friedrich Schinkel e inaugurato nel 1830.

L’edificio colpisce per l’ampio peristilio e lo stretto colonnato che copre due livelli. L’architetto sceglie volutamente il linguaggio della classicità per trasmettere l’idea di forza e potenza dell’impero prussiano. Osservata dal Lustgarten, l’architettura sembra quasi una quinta scenografica la cui prospettiva centrale è accentuata dalla larga scala di accesso (ripresa anche nella James Simon Galerie) e dalle aquile e dioscuri a coronamento.

L’Altes Museum visto dal Lustgarten

Dopo una breve pausa nel piacevole Lustgarten procediamo in direzione della Porta di Brandeburgo incontrando alcuni tra gli edifici più importanti della città. Sulla destra emergono la Neue Wache (primo progetto di Schinkel, dedicato a partire dal 1993 alle vittime di guerre e violenze) la Humboldt Universitat e la Staatsbibliothek (biblioteca statale).

A sinistra ricordiamo la Deutsche Staatsoper (teatro dell’opera) e l’Alte Bibliothek. Tra questi due edifici è collocata un’ampia superficie vuota, Bebel Platz, tristemente nota per il rogo dei libri a opera dei nazisti. La piazza risulta silenziosa, quasi spoglia rispetto alla pomposità degli edifici circostanti ed è presente solo un piccolo cartello ad identificarla. Al centro ha sede l’opera ipogea the Library di Micha Ullman, unico monumento simbolico a testimoniare il delirio nazista.

Una lastra di vetro collocata nella pavimentazione al centro della piazza mostra uno spazio sottostante nel quale sono collocati una serie di scaffali vuoti. L’assenza dei libri, accentuata dal vuoto della piazza ha provocato in me una dolorosa riflessione sul passato e sul presente, per certi versi in maniera più potente rispetto ad altri monumenti commemorativi.

Bebel platz rappresenta, dal mio punto di vista, il modo in cui il popolo tedesco ricorda il proprio passato. La memoria è vissuta in maniera raccolta e discreta, drammaticità e sofferenza sono accentuate dallo spazio vuoto e dall’essenzialità delle forme.

Carl Gotthard Langhans, Brandenburger Tor, 1791

Superata Bebel Platz ci incamminiamo verso il viale Unter den Linden per raggiungere la porta di Brandeburgo.

Unter den Linden (letteralmente “sotto i tigli” per la presenza degli alberi) è un asse monumentale che taglia la città, realizzato dagli Hohenzollern per collegare la residenza reale al parco del Tiergarten. Arrivando dal viale si apre davanti a noi la vista sulla porta di Brandeburgo, uno dei simboli della città di Berlino e allo stesso tempo uno dei monumenti più visitati della città. Oltre ad essere punto di riferimento della città, la porta è diventata a partire dall’89 il simbolo della libertà riconquistata e del ricongiungimento tra le due Berlino.

Superata la porta si estende il quartiere Tiergarten, famoso per il bellissimo parco pubblico ma non solo. Nei prossimi capitoli andremo alla scoperta di quest’area e di altri affascinanti quartieri della città.

Continuate a seguirci!

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